Dolce&Gabbana Uffici e Showroom
Torna alla Lista di Progetti- Sede
- Via Carlo Goldoni, 10, 20129 Milano, Italia
- Anno
- 2002
- Cliente
- Dolce&Gabbana S.r.l.
- Team
- Cristina Castelli, Alberto Meleri, Roberto Murgia, Riccardo nana, Claudio Raviolo, Nortangela Romero
La lunga collaborazione di Piuarch con gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana inizia negli anni duemila con la realizzazione della prima sede meneghina con showroom in via Goldoni. In questa occasione si avvia il lavoro di recupero e rivitalizzazione di vecchi fabbricati, basato su forme semplici e materiali ricercati, che contraddistinguerà molti dei progetti per la casa di moda italiana. Attorno alla corte interna di un ex edificio per uffici sito in zona Risorgimento – caratterizzato da due volumi paralleli di 6 piani ciascuno, con una struttura portante in calcestruzzo armato e facciate interamente trasparenti a curtain wall – si sviluppa il progetto di conservazione e ridestinazione funzionale messo in atto dal gruppo milanese.
Dalla necessità di creare spazi per ospitare gli showroom delle collezioni, gli uffici, un ristorante e vari ambienti di rappresentanza, mantenendo la struttura esistente, sono stati aperti open space ai vari piani, divisi da grandi setti con rivestimento in vetro opalino nero e scanditi da lampade a soffitto in vetro.
Il quinto piano, completamente dedicato agli spazi di rappresentanza, è coronato da un grande ambiente esterno a doppia altezza adibito a giardino, coperto da un pergolato in teak, che fa da quinta teatrale alla sala riunioni. Tramite una scala rivestita in pietra lavica si raggiunge il secondo livello dell’ambiente esterno: una grande terrazza affacciata sugli orti del monastero di San Benedetto.
L’accesso all’edificio su via Goldoni, rialzato rispetto al livello della strada, poggia su una zoccolatura in pietra basaltina ed è ornato da elementi vegetali. È caratterizzato da grandi lucernari che scandiscono in modo ritmico l’ingresso indirizzando lo sguardo verso la vetrata interna. Come tutti gli altri piani con prospetti vetrati, dà sulla corte interna la quale si configura come una sorta di isola tropicale con agavi e palme che circondano una vasca d’acqua a sua volta rivestita in pietra basaltina.
Esternamente Piuarch intende esaltare l’architettura originaria della fabbrica: un intervento di conservazione e valorizzazione, che muove dalla scelta attenta e meticolosa di materiali pregiati, naturali e allo stesso tempo sofisticati – come la pietra lavica e il teak – che si uniscono alle geometrie semplici del vetro e dell’alluminio nel delineare la facciata.
La struttura in alluminio che costituiva la facciata è stata mantenuta, ma viene internamente vetrata con lastre lunghe fino a 6 metri, ritmando la composizione del disegno del fronte con l’inserimento di volumi in legno teak. L’ispirazione per questo disegno deriva in parte dal Bozzetto per murale del 1956 del pittore e scultore venezuelano Alejandro Otero.